La giovane estetista italo-brasiliana fu ritrovata cadavere il 12 dicembre scorso nel suo centro d’estetica a Mola di Bari. Sul corpo della donna i segni di un incendio. Ma a giovane estetista non mori’ a causa delle fiamme, ma dopo essere stata colpita con un oggetto contundente piu’ volte in diverse parti del corpo. L’incendio, secondo la Procura di Bari, serviva solo a cancellare tracce e depistare le indagini.
Nei mesi scorsi il Procuratore della Repubblica Pasquale Drago e l’aggiunto Lino Giorgio Bruno avevano iscritto nel registro degli indagati Antonio Colamonico. L’uomo fu sottoposto al test del Dna per permettere di comparare le sue tracce biologiche con quelle ritrovate sulla scena del delitto. Esami che, in alcuni punti, hanno inchiodato il principale indiziato dell’omicidio.
Gli inquirenti hanno comparato orario della morte della Bovino con gli spostamenti di Colamonico; esaminato le lesioni sulle mani del 34enne; rilevato la presenza di tracce di sangue nel centro estetico di Mola. Sangue che l’uomo, secondo gli investigatori, avrebbe pulito dal luogo dove Bruna Bovino e’ stata uccisa.
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