9 Febbraio 2025 - Ore
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L’equilibrio dell’amore

'Quando era più piccola la sollevavo da terra e le facevo fare giravolte in aria'

Ricordo di aver letto in un testo di Bruno Munari qualcosa che segnava la percezione di quella soglia dell’infanzia che è confine imminente rispetto all’approssimarsi dell’adultità, o se non altro allo smettere di essere bambini per cominciare ad essere altro e attraversare quella terra di mezzo che predispone al diventare grandi! Nel testo c’era scritto che un pulcino diventa adulto in poche settimane, un gatto in qualche mese e una persona in tredici anni. Ci ho pensato sorridendo, mentre mi soffermavo non tanto sul senso del tempo che ci separa dalla nostra innocenza primaria quanto sull’incidenza che la crescita assume a livello affettivo. In quell’orizzonte poderoso ed emblematico che riguarda le nostre personalissime costellazioni affettive, per me, meravigliosamente al centro di tutto c’è mia figlia (10 anni): un pensiero che è battito, sfarfallio d’ali e suono pulito di campane tibetane.
Quando era più piccola la sollevavo da terra e le facevo fare giravolte in aria; oppure ci stendevamo sul lettone e le facevo fare capriole sul mio corpo; allora io ero muschio, ero prato, albero, nido, e poi ero porto, ero mare, ero barchetta, acqua, boa. Ero dindolon sulle ginocchia e riserva di coccole a sfinimento per i baci sulla nuca e sul lungo collo bianco profumato di borotalco. Certo ora, per questioni di peso, non riuscirei più a sollevarla con la stessa disinvoltura, ma non è questo il punto: è proprio cambiata la percezione dei nostri confini. Ripenso a quale potere esagerato s’incorpora nel nostro essere grandi con i piccini. Cento grammi di tenerezze, mille etti di sbaciucchi, una montagna di coccole. Una misura da bilanciare costantemente, da riequilibrare in itinere, con sapienza, nello scambio di amore e forza. Costantemente i nostri bambini vanno protetti anche da noi, dal sollevarli in alto senza autorizzazione, dal nostro amore benigno che si trasforma in possesso. Quanto è importante riconoscere all’esistenza dell’Altro, l’Altruità del suo essere persona, del suo essere Vita che è Vita che è Vita…Mia figlia sta crescendo e il tempo mi sembra che abbia intrapreso una rincorsa più veloce. La felicità del mio essere madre è sempre più piena e densa, il nostro relazionarci fisico comincia a misurarsi su un differente equilibrio di pesi specifici e articolazioni emotive. Toc, toc…ogni volta chiedo il permesso, e ogni volta lei mi sorride.

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