17 Febbraio 2025 - Ore
Cultura e Spettacolo

Castellana Grotte, 100 Fanóve bruciano in onore di Santa Maria della Vetrana: una tradizione lunga 329 anni

La manifestazione si svolgerà la sera dell’11 gennaio 2020 a partire dalle 19.00

Da 329 anni la città di Castellana Grotte celebra nella notte dell’11 gennaio Santa Maria della Vetrana, patrona della città, dedicandole l’accensione di quasi 100 Fanóve, maestose cataste di legna che ardono in tutta Castellana, dal centro abitato alla più lontana contrada.

 “I Fanóve” sono una celebrazione in onore di Maria Santissima della Vetrana che che si svolge nell’anniversario della miracolosa liberazione dalla peste del popolo castellanese. La manifestazione, come da tradizione, si svolgerà la sera dell’11 gennaio 2020 a partire dalle 19.00. Il tepore che diffondono le maestose Fanóve darà vita, ancora una volta, ad un’eccezionale festa in cui godere di gastronomia tipica, canti popolari e del calore della tradizione che, di anno in anno, invoglia migliaia di visitatori a recarsi a Castellana Grotte.

“I Fanóve” sono enormi cataste di legna che ardono in tutta la Città per ricordare la liberazione dalla peste bubbonica che, secondo i fedeli, è stata accordata dalla Madonna della Vetrana nel 1691. La caratteristica che rende unica la manifestazione è la grande diffusione nel territorio dei falò, quasi cento, dislocati in tutta la città, dal centro abitato alla più lontana contrada. Una rievocazione storica che è chiara espressione dello stretto sentimento di devozione che lega Castellana alla sua Patrona e che si inserisce perfettamente nei termini della legge regionale 1 del 2018 che interviene proprio per la valorizzazione dei rituali festivi legati al fuoco. Oggi, grazie all’intervento della Regione Puglia, “I Fanóve” di Castellana Grotte, la “Focara” di Novoli e le “Fracchie” di San Marco in Lamis sono in procinto di entrare nella “Rete dei fuochi di Puglia”.

 

“I riti del fuoco – ha dichiarato l’assessore regionale Loredana Capone – sono una grande eredità di Puglia perché raccontano la gioia di una comunità di ritrovarsi attorno al calore di un fuoco buono e perché coniugano i miti laici alla fede. Fanóve, Fracchie e Focara – ha continuato – sono i più conosciuti ma i riti del fuoco attraversano tutta la Puglia, dal Gargano al Salento. Per questa ragione stiamo lavorando su una rete regionale dei fuochi: per creare un itinerario che possa rappresentare una grande attrazione turistica. Le Fanóve di Castellana Grotte, per esempio, ogni anno, a gennaio, abbracciano tutti i quartieri della città, con oltre 100 falò, e rappresentano una grande occasione per raccontare anche le Grotte in modo diverso. Ringrazio per questo – ha concluso – il Comune e il Comitato feste patronali di Castellana per l’enorme lavoro e collaborazione sinora dimostrata, al di là del colore politico. Perché se la Puglia oggi può dirsi così animata anche d’inverno è certamente merito dell’impegno di tutti: di chi nel tempo ha saputo mantenere le tradizioni e chi con passione e progettualità le valorizza. I riti del fuoco sono una grande eredità di Puglia. Raccontano infatti la gioia di una comunità di ritrovarsi attorno al calore di un fuoco buono e perché coniugano i miti laici alla fede. 

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