Trecentocinquanta mila euro per finanziare progetti di partecipazione nei comuni pugliesi. È questo l’obiettivo di #Pugliapartecipa, il bando lanciato dalla Regione Puglia nell’ambito del programma annuale della partecipazione.
L’avviso di selezione delle proposte riguarda sia i sindaci pugliesi, che oggi pomeriggio nella sede dell’Anci Puglia hanno ricevuto maggior informazioni sui dettagli, che le associazioni di liberi cittadini. Tra i soggetti ammessi dal bando figurano anche le scuole, le università e i comitati cittadini. I comuni potranno presentare proposte di processi partecipativi su temi che riguardano le leggi regionali, ma anche sui propri regolamenti: “Se un’amministrazione comunale ha la necessità di consultare i cittadini sul proprio piano urbanistico – spiega Titti De Simone, consigliera per l’attuazione del programma del presidente Emiliano -, potrà utilizzare l’opportunità di questo bando per presentare una proposta di processo partecipativo”.
La prima scadenza per presentare le candidature è fissata per il 31 gennaio, mentre la seconda scadrà il 31 maggio. Nonostante l’avviso sia ancora in fase di pubblicazione, la Regione ha già ricevuto alcune proposte: “Stiamo calendarizzando incontri a Bari, Brindisi e Lecce – continua la consigliera – per incontrare sindaci e associazioni e spiegare quali sono i benefici di questo bando”.
Il finanziamento massimo per singolo progetto è pari a 20mila euro, ma almeno il 20% dovrà essere cofinanziato dal soggetto proponente o da soggetti privati. La Regione metterà a disposizione l’Ufficio partecipazione per fornire consulenza ai candidati. La piattaforma www.pugliapartecipa.it servirà invece a promuovere i progetti ammessi.
“Siamo una delle pochissime regioni ad avere uno strumento del genere che mira a coinvolgere i cittadini – ha dichiarato il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano – ma anche le loro istituzioni, le imprese, le associazioni e chiunque abbia voglia di dare il proprio suggerimento a chi deve prendere decisioni politiche. Questo serve anche a prevenire conflitti perché noi sindaci, dico così perché ho fatto il sindaco per dieci anni, sappiamo bene che quando le decisioni sono calate dall’alto, abbiamo solo l’illusione di aver fatto presto e di aver fatto bene perché se poi la comunità che deve attuare quelle decisioni non è d’accordo, le resistenze successive portano non solo a conflitti ma anche alla sfiducia generalizzata nelle istituzioni”.
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