“Per far nascere una impresa occorrono risorse economiche. E questo è un grande problema soprattutto – ma non solo – per le molte donne che potrebbero dar corpo alle proprie aspirazioni mettendosi in proprio”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Sulla loro strada, tuttavia, esse incontreranno i Comitati per l’imprenditoria femminile, terminale dedicato alle donne delle Camere di commercio, fortemente impegnati in questi mesi nella sensibilizzazione del tessuto produttivo circa le opportunità previste dalla Sezione Speciale Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari opportunità del Fondo di Garanzia per le PMI espressamente dedicato alle donne, operativa dallo scorso 14 gennaio. Il Governo ha scelto infatti i Comitati, con le Camere di commercio, quali presidi territoriali e le nostre strutture hanno messo in campo tutte le energie per attivare punti informativi ad hoc”.
Cosa scelgono le donne e dove
Molise (29,7%), Abruzzo (27,8%) e Basilicata (27,7%) sono le regioni in cui l’incidenza della componente imprenditoriale femminile è maggiore. Tra le province, invece, spiccano Avellino e Benevento, con oltre il 32%, Frosinone e Isernia, che superano il 30%, Chieti, Campobasso e Grosseto con percentuali superiori al 29%.
Nel fare impresa le donne mostrano un’alta dose di concretezza, avendo scelto nel tempo ambiti che, per tradizione ma anche perché probabilmente si avvicinano di più alla sensibilità femminile, meglio si adattano all’universo “rosa”: il commercio, l’agricoltura e il turismo, quindi, sono i settori in cui l’impresa femminile è più numerosa. Sono però le altre attività di servizi, e, al loro interno, in particolare, i servizi alla persona, e la sanità i comparti in cui la componente femminile ha un peso percentuale più consistente, arrivando a sfiorare il 50% nel primo caso, superano il 40% nel secondo. A seguire, le attività di alloggio e ristorazione e l’istruzione, nei quali una impresa su 3 è a guida femminile.
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