30 Aprile 2025 - Ore
Economia

I sogni con le gambe camminano, come se avessero i piedi per terra

‘Sono quelli della competenza e della specializzazione’

Da ragazzi c’è sempre un momento in cui il ventaglio delle possibilità è tutto aperto, il futuro è una scommessa eccitante e si può immaginarsi santi, navigatori, eroi… Poeti sempre. Non c’è adolescente che non sia poeta: scrive del suo amore ed è poeta; suona ed è poeta; danza la felicità del suo corpo ed è poeta; intona un canto nuovo ed è poeta. La vita è li davanti, un frutto da mordere.
La giovinezza è sogno, fantasia della vita. Il problema è che dura un attimo: il ventaglio ampio delle occasioni si restringe a misura che operiamo le scelte; ad ogni bivio perdiamo metà delle possibilità che avevamo prima di scegliere, ma scegliere bisogna, a volte in fretta. E intanto la saggezza adulta strattona sulla via del concreto, dell’utile, talora dell’immediato. Nel mondo della possibilità e del sogno irrompono temibili avversari dai nomi perentori: OCCUPAZIONE, REDDITO, INDIPENDENZA ECONOMICA.
E’ a questo crocevia che la maggior parte dei sogni si infrangono come aquiloni cui manchi il vento. Ed è qui che tante famiglie si scambiano sguardi finalmente rassicurati: “alla fine ha messo la testa a posto”, “per fortuna ha rinunciato a quella pazzia”, “eh caro mio, bisogna pur ragionare”. Si spegne la luce negli occhi di tanti ragazzi dai sogni troppo fragili, si chinano le teste a sorvegliare i passi sulle vie consuete, si curvano le spalle sotto il peso di un fardello invisibile.
Non è frequente, ma per fortuna ci sono anche i sogni che continuano a camminare, proprio come se … avessero i piedi per terra. Sono ad esempio quelli capaci di motivare alla competenza, all’approfondimento e alla specializzazione. Quelli per cui non basta ciò che si sa già e si vuole imparare ancora, diventare più bravi. Sono i sogni irrinunciabili che, se pure ci si trovi per un tempo a fare altro, costituiscono la nota di fondo del nostro vivere; quelli che suggeriscono il primo pensiero al risveglio e l’ultimo prima del sonno.
Se un ragazzo ha un sogno così ha diritto di essere aiutato a realizzarlo: merita il sostegno della sua famiglia, della sua scuola, della società cui appartiene. Investire sulla passione, sulla creatività e sull’innovazione dovrebbe essere un imperativo in una società bloccata dal ristagno economico e generazionale. Attenzione, non sono questi ragazzi ad avere bisogno di noi, siamo noi tutti ad avere bisogno di loro. La città ha bisogno del poeta, e se pensa di farne a meno morirà nel suo fitto silenzio; la polis ha bisogno del filosofo, perché c’è sempre un punto di vista ulteriore, capace di ribaltare le prospettive note; la collettività ha bisogno dell’artista perché “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Ogni buon creativo esprime la sua cittadinanza attiva con un contributo di idee e soluzioni che migliora il mondo.
Facciamo in modo che i ragazzi che hanno un sogno lo vedano camminare.

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