Non è solo una bomba mediatica quella che nelle ultime ore è scoppiata nello stabilimento Alenia Aermacchi di Grottaglie in provincia di Taranto. L’azienda che costruisce le fusoliere in fibra di carbonio del Boeing 787 ha rinnovato i contratti di lavoro interinale ad una quarantina di lavoratori stranieri (rumeni) ed ha lasciato a casa 38 italiani, di cui la metà della provincia di Taranto. I 38 erano in forza ad Alenia da quasi un anno e mezzo. I contratti sono scaduti il 31 dicembre.
A denunciare quanto accaduto i sindacati metalmeccanici Fim Cisl e Uilm Uil che hanno scritto all’azienda. “Non vogliamo mostrarci intolleranti nei confronti dei lavoratori stranieri, anche perchè non fa parte del nostro Dna l’atteggiamento razzista, ma riteniamo giusto che Alenia ci dia alcune spiegazioni evitando di eludere il principio delle pari opportunità e dignità di tutti i lavoratori”, sottolinea la Fim Cisl che invita Alenia “a rivedere la sua posizione – da noi non condivisa – in considerazione della grave e conosciuta drammatica situazione occupazionale in cui versa il territorio di Taranto”.
Stessa linea quella assunta dalla Uilm per la quale “non è accettabile che a fronte della richiesta di incremento del personale da parte di Boeing, l’azienda abbia reintegrato i lavoratori stranieri lasciando a casa circa 40 lavoratori ex somministrati che da due anni lavoravano nello stabilimento di Grottaglie”.
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