Si chiama Piiil ed è il Piano Strategico della Cultura della Regione Puglia, un metodo innovativo, adottato per la prima volta in Italia, che promuove un percorso partecipato tra istituzioni, imprese, artisti, operatori e cittadini, finalizzato alla creazione di una strategia d’intervento delle politiche culturali 2014/2020 unica e condivisa. Perché la cultura è Identità, Innovazione, ma anche Prodotto, Impresa e, quindi, Lavoro, e oggi, più che mai, occorre generare sempre maggiore consapevolezza sulla cultura come leva economica, in grado di produrre Pil, di produrre benefici per l’intera comunità. Piiil è un percorso di ascolto, di approfondimento delle esigenze e delle aspettative degli operatori culturali che partirà da Brindisi il 14 novembre con un incontro sulla progettazione culturale e la gestione dei beni, passando per Taranto il 18 novembre con un incontro con i ‘big players’ e la BAT il 21 novembre con un incontro su sostegno, formazione e sviluppo, e culminerà in un lungo ‘weekend della cultura’ in programma 16,17 e 18 dicembre in simultanea a Foggia, Bari e Lecce.
Tre grandi conferenze territoriali nel corso delle quali istituzioni, imprese, artisti e operatori della cultura si confronteranno e interrogheranno sui cinque temi del Piiil: Prodotto, Identità, Innovazione, impresa, Lavoro. Ciascun incontro sarà, dunque, diviso in cinque sessioni di lavoro, ogni sessione sarà introdotta da un “relatore del tema”, ovvero un esperto di livello internazionale. I partecipanti saranno divisi tra i tavoli allestiti e organizzati per sei aree di intervento: attività culturali, istituzioni culturali, spettacolo dal vivo, beni culturali e ambientali, industria creativa, industria audiovisiva. A margine di ciascuna conferenza sarà redatto e pubblicato un report che costituirà il documento di partenza per la redazione del Piano strategico. Seguiranno i lavori un gruppo di esperti di fama nazionale e uno staff di consulenti tecnici. Ogni esperto avrà a disposizione un team di giovani, coprotagonisti della costruzione del Piano Strategico della Cultura e chiamati a concorrere attivamente nella pianificazione del prossimo futuro del territorio.
Il weekend della cultura sarà, dunque, il momento di sintesi del percorso e si svolgerà in tre luoghi simbolo della crescita del Piiil culturale della Puglia: Camera di Commercio di Foggia, Fiera del Levante di Bari, e Università degli Studi di Lecce. Tre luoghi, sei obiettivi strategici (riempire di contenuti i contenitori, sviluppare il prodotto culturale, valorizzare l’identità del Territorio, costruire nuova cultura d’impresa, puntare su I’innovazione, formazione e internazionalizzazione, generare lavoro e buona occupazione), cinque azioni di sistema (progettazione culturale strategica di qualità, formazione e qualificazione professionale, Focus Group: Taranto e i Big Players, lettura, nuovo assetto normativo e regolamentare), per una Puglia che ambisce a essere attrattiva 365 giorni l’anno.
“Vorrei provare a chiedere al mondo della cultura pugliese di riconnettersi con il suo pubblico – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano -. Mi auguro che gli operatori culturali si pongano nuovamente il problema di come conquistare il pubblico sottraendolo alla noia, all’inedia, all’ignoranza. Tutte questioni che la cultura ha sempre superato nella storia dell’umanità. Scoraggiarsi non ha senso, pensare che non ci sia altro rimedio che fare come si è fatto l’anno passato è sbagliato. L’idea di vedere quanti soldi ci sono per poi dividerli non funziona più. Quando qualcuno ha una buona idea e noi la giudicheremo talmente valida da dovere essere sostenuta, la finanzieremo. L’idea buona può anche essere una provocazione, soprattutto deve essere libera nel rapporto con la politica. Se noi, con il denaro pubblico, finanziamo un soggetto culturale e quello ci compiace, questa operazione non può andare, non è corretta e sotto l’aspetto culturale, mortificante, deludente e poco attrattiva”.
Per l’assessora regionale all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone “occorre metter insieme comuni, imprese, associazioni e tutti coloro che si occupano di cultura per farli ragionare su un piano coordinato perchè noi dobbiamo sì generare anche economia della cultura, ma dobbiamo far migliorare i nostri contenitori”.
“Sono tanti i beni culturali ma pochi sono invece i piani di gestione che riescono a renderli vivi – ha continuato la Capone – coinvolgendo gli operatori della cultura in maniera tale da generare nuova occupazione. Dobbiamo recuperare tre punti rispetto alla media italiana sulla ricaduta sul pil quindi sull’economia perchè vogliamo che i nostri giovani restino qui a lavorare sulla cultura”.
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