Il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera pugliese, il contratto nazionale di lavoro dei medici e la questione Taranto-Ilva sono alcuni dei temi trattati durante l’Esecutivo Nazionale della Federazione Cisl Medici, riunita per la prima volta a Bari. Una tappa scelta anche per via degli scontri sulla riqualificazione dell’assistenza sanitaria che da mesi hanno portato la Puglia alla ribalta del dibattito nazionale.
“Non abbiamo bisogno degli ospedali sotto casa, abbiamo bisogno di una sanità appropriata, si chiudono gli ospedali ma non si investe nella medicina territoriale, i cittadini sono disorientati – ha detto Daniela Fumarola, segretario confederale Cisl -. Il presidente Michele Emiliano sta portando avanti una politica degli annunci. Dopo il blocco del piano di riordino ci aspettavamo una delibera di Giunta che stenta ad arrivare”.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche del caso Taranto-Ilva alla luce dei risultati allarmanti dello Studio sullo stato di salute delle persone residenti nei comuni di Taranto, Massafra e Statte, realizzato nell’ambito delle attività del Centro Salute ed Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, della ASL di Taranto, di ARPA Pugliae di AReS Puglia.
“A Taranto – ha aggiunto Fumarola – abbiamo bisogno di un’oncologia e di un reparto di pneumologia ancora più strutturati. Nei prossimi anni i dati ci dicono che ci potrebbe essere un’esplosione di queste patologie. Il tema dell’ambientalizzazione dell’Ilva è un’altra questione di cui la Cisl si occupa. I diritti costituzionali lavoro, salute, ambiente e sicurezza vanno tutelati tutti allo stesso modo. Non si possono fare scelte. E noi non ne facciamo. Non riteniamo che la chiusura dello stabilimento sia una soluzione praticabile, ma siamo convinti che l’Ilva debba essere ecocompatibile”.
Nella due giorni del 6 e 7 ottobre all’intervento del segretario confederale si sono alternati quelli di Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici e Domenico Martino, segretario interregionale Cisl Medici di Puglia Basilicata.
“Come Cisl Medici stiamo girando tutte le regioni coinvolte in un piano di rientro per offrire il nostro contributo alla programmazione sanitaria. Non siamo per i tagli lineari, rifiutiamo una sanità amministrativa, i risparmi vanno studiati meglio contro lo sperpero, consulti e consulenze. Servono appalti trasparenti. Siamo per una sanità che stia quotidianamente con i cittadini per garantire il livello essenziale di assistenza” ha spiegato Biagio Papotto, segretario nazionale.
“Il piano di riordino è stato bocciato in commissione, al momento la sanità pugliese è ingessata. Abbiamo notificato – ha messo in evidenza Domenico Martino, segretario corregionale Puglia e Basilicata – una richiesta intersindacale in primavera per incontrare il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e discutere della riorganizzazione della Rete dell’emergenza urgenza. Il personale del 118 è sottodimensionato e medici e sanitari sono costretti a turni massacranti per coprire le emergenze. Denunciamo anche delle difficoltà di interlocuzione con le direzioni delle aziende sanitarie che ignorano l’adozione dell’atto aziendale e vanno avanti con provvedimenti parcellari e unilaterali”.
L’esecutivo nazionale della Federazione Cisl Medici ha permesso di delineare la situazione sanitaria pugliese provincia per provincia grazie anche alle relazioni dei segretari generali provinciali Cisl Medici: Vincenzo Piccialli (Bari), Salvatore Di Brisco (Foggia), Eugenio Vilei (Lecce) e Guido Cardella (Brindisi-Taranto). “In Puglia si sta per avviare un piano di lacrime e sangue con chiusure e privatizzazioni. Stiamo andando verso una deriva privatistica del sistema sanitario: strutture private convenzionate e cioè pagate con denaro pubblico – ha spiegato Vincenzo Piccialli, segretario Provinciale Bari -. Ci sono divisioni di alta specializzazione che vengono chiuse nelle strutture pubbliche e attivate presso privati convenzionati. Come potrebbe accadere con il nuovo piano di riordino alla Neurochirurgia dell’ospedale Di Venere che sarebbe chiusa e poi spostata alla Mater Dei, una casa di cura convenzionata. Tra le problematiche sindacali che stiamo affrontando ci sono anche le situazioni dei lavoratori dell’Istituto di riabilitazione Maugeri, che sta per essere acquistato da una società londinese, e della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie al momento in gestione commissariale e che sta per essere venduta”.
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