No ai test d’ingresso di Medicina. È questo l’appello di Link Bari, associazione di sindacato studentesco che da anni porta avanti la crociata contro il numero chiuso. “Noi crediamo che dopo le scuole superiori – spiega Asia Iurlo, coordinatrice di Link Medicina – ogni studente deve avere la possibilità di scegliere il percorso di studi che preferisce. I governi passati hanno affermato che il numero chiuso è stato istituito per trovare una soluzione alla mancanza di fondi nell’università. Noi invece riteniamo che questo non sia un rimedio, il problema non è di certo il numero elevato di studenti in un corso di laurea ma il fatto che il sistema universitario non viene finanziato in maniera adeguata”.
I dati diffusi negli ultimi giorni sembrano non promettere nulla di buono: l’Italia è la nazione con il minor numero di laureati in Europa (dati Euroistat riferiti al 2016). La situazione diventa più grave se si analizza il settore della sanità: sono 60mila i medici che andranno in pensione nei prossimi 10 anni, ma soltanto 40mila potranno essere sostituiti. “Avremo un buco di 20mila professionisti – continua Asia -. In Puglia e in Basilicata alcuni bandi destinati ai medici sono andati deserti. Per questo ci chiediamo: quale sarà la situazione della Puglia, che quest’anno non ha raggiungo i livelli essenziali di assistenza insieme ad altre quattro regioni italiane, se si continua ad effettuare il test d’ingresso per iscriversi alla facoltà di Medicina?”.
La risposta non spetta di certo agli studenti: “Non abbiamo in tasca la formula perfetta per superare il sistema del test d’ingresso, per risolvere questa situazione è necessaria una volontà politica. Cerchiamo di avviare una discussione per ridisegnare lo schema di finanziamento dell’università e garantire il diritto allo studio in maniera adeguata”.
I ragazzi di Link Bari hanno protestato durante lo svolgimento dei test usando lo slogan ‘Medici in estinzione’: “La maggior parte dei ragazzi che hanno effettuato il test erano d’accordo con le nostre posizioni – conclude Asia Iurlo -. Gli studenti di medicina a volte si sentono quasi minacciati dalla possibilità che venga riaperto l’accesso. Il timore è quello che venga ridotta ulteriormente la qualità della didattica. È una situazione delicata, ciò che cerchiamo di fare come sindacato è quello di creare una coscienza tra gli studenti e discutere di questo problema. Crediamo che sia fondamentale accedere liberamente ai luoghi del sapere e ricevere una formazione di qualità”.
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