Non si placano le polemiche dei docenti assegnati a centinaia di chilometri di distanza dal proprio luogo di residenza. Sull’argomento è intervenuta Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola: “Non abbiamo bisogno che ci si venga a spiegare quanto sia drammatica l’emergenza lavoro con la quale ci confrontiamo ogni giorno, facendone un’assoluta priorità del nostro impegno – spiega la Gissi, rispondendo alle accuse di chi vede del vittimismo negli atteggiamenti dei docenti del Sud – i casi che abbiamo di fronte non sono quasi mai quelli di venticinque – trentenni che, come tanti altri giovani della loro generazione, sono pronti a muoversi ovunque sia necessario per avere un’occupazione. Si tratta invece per lo più di persone quasi cinquantenni, la cui famiglia non è detto sia in condizione di poterle agevolmente seguire nelle loro peregrinazioni; persone residenti magari a Roma, assunte lo scorso anno nelle Marche e trasferite quest’anno a Milano”. Quella descritta non è una sfortunata eccezione, è la condizione diffusa che stanno vivendo migliaia di persone, grazie al modo in cui è stato pensato e gestito il tanto decantato piano straordinario di assunzioni lo scorso anno. “Questa è la situazione – continua la segretaria – Un costo umano ed economico non irrilevante, un disagio grave, non un capriccio, a cui è doveroso tentare di porre rimedio: non darebbe prova di onestà intellettuale e politica chi pensasse di cavarsela ricorrendo, in modo banale e strumentale, al “c’è di peggio”.
La segretaria si è poi soffermata sugli errori dei sistemi informatici che gestiscono le operazioni di trasferimento: “Non è vero ciò che la ministra Giannini si affanna a ripetere, smentita dai suoi stessi uffici che hanno ammesso la presenza di anomalie, imputandole al sovraccarico di pratiche da gestire: non è vero che il sistema ha operato in modo coerente con i criteri definiti nel contratto sulla mobilità. Non è vero, e ne possiamo fornire ampia documentazione. Sono tanti, troppi gli errori che si traducono in una non corretta applicazione di quanto quel contratto stabiliva. Un contratto che non poteva ignorare la legge 107, ma che era riuscito in gran parte ad attenuarne gli aspetti negativi, ampliandone in modo significativo alcuni principi di tutela. È troppo chiedere che quel contratto non subisca stravolgimenti in fase di applicazione?”.
“Continuiamo a incalzare il Governo e il Ministero – ha concluso la Gissi -perché la situazione che abbiamo di fronte è insostenibile ed esige interventi immediati, efficaci e risolutivi”.
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