Le dodici reti civiche di Bari, attive nei diversi quartieri e municipi da oltre un anno, lanciano un appello al Sindaco Antonio Decaro e all’Autorità di gestione del PON Metro affinché sia formalmente concesso alle reti civiche di riprogettare alcune delle azioni previste e convertire taluni servizi al fine di supportare la Comunità cittadina in questo momento di emergenza sanitaria e porre basi solide per una ripresa strutturata delle attività nel rispetto delle nuove norme di distanziamento sociale.
L’istanza trasmessa al Comune venerdì scorso, i cui contenuti sono stati condivisi da circa duecentocinquanta associazioni ed imprese del privato-sociale (nella maggior parte dei casi aps, onlus, cooperative, comitati, parrocchie) costituite in rete, richiede anche la semplificazione delle procedure burocratico-amministrative così da rendere immediatamente operativi i nuovi interventi in risposta all’attuale stato di emergenza sociale anche in applicazione del comma 2 dell’articolo 48 del D.L. “Cura Italia”, dell’art. 103 comma 4 del D.L. N. 18 del 17.03 e della disposizione della Regione Puglia del 23.03.2020.
In sostanza le reti civiche urbane chiedono la possibilità per le associazioni che vogliano e possano di proporre le proprie attività anche in versione online, fin da subito; di convertire alcune attività d’animazione in servizi di assistenza ai più fragili in connessione con la rete del Welfare cittadino; di prorogare le proprie attività sino a tre mesi oltre il termine dei 18 mesi previsti dal relativo bando.
Perché è possibile sperimentare la modalità “a distanza” che consenta di offrire corsi, iniziative culturali, tour virtuali attraverso piattaforme web e rielaborare così programmi e calendari riconvertendo parte delle attività in azioni volte a soddisfare i nuovi ed urgenti bisogni, quali per esempio:
· assistenza scolastica, psicologica, pedagogica e ricreativa rivolta a tutti i cittadini attraverso il sito internet ufficiale delle RCU ed i gruppi facebook collegati, con cui si propone di offrire dei veri e propri palinsesti strutturati attraverso programmazioni giornaliere che possano continuare ad alimentare quel senso di unità e di appartenenza di cui oggi, più che mai, si sente il bisogno;
· erogazione di servizi culturali, artistico-ricreativi ad personam da offrire al termine dell’emergenza nel rispetto delle eventuali nuove norme igienico-sanitarie;
· supporto per la consegna e la distribuzione dei beni di prima necessità attraverso una organizzazione capillare in connessione con il sistema messo in atto dall’Assessorato al Welfare del Comune di Bari, nonché con i Municipi, per i quali si sta auspicando la riapertura, almeno per i servizi essenziali o ancora in collaborazione con i servizi di raccolta e distribuzione attivati dalle Parrocchie presenti nei quartieri (diverse già partners delle RCU).
Fondamentali ed innovative anche le proposte fatte sul piano amministrativo e finanziario che possono preservare i fondi destinati alle imprese sociali che operano nell’ambito dell’animazione territoriale con l’intento di consentire a queste ultime di rientrare dei costi già sostenuti e di essere sollevate dall’onere di anticipare risorse per iniziative future. Anche questi aspetti devono essere oggetto di riflessione e di modifica secondo i referenti delle dodici reti civiche urbane perché nella crisi del lavoro che ormai investe tutti le piccole realtà culturali e sociali possono essere una fonte di sostentamento essenziale per tanti operatori della cultura, dello spettacolo dal vivo, dell’animazione, del sociale; molti dei quali al momento neppure interessati da alcun ammortizzatore sociale.
Le RCU sono composte da un sistema fittissimo di Associazioni virtuose che hanno garantito programmi capillari di animazione sui territori sino alla fine del mese scorso e tante altre che erano pronte per partire in questi mesi, anche sulla spinta di misure importanti quali “Urbis” e “Rigenerazioni creative” e che oggi invece sono seriamente danneggiate da questa interruzione delle attività, avendo già anticipato spese ed essendosi esposte anche a livello bancario.
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