24 Settembre 2023 - Ore
Cronaca

Altamura, intreccio tra mafia e politica: la sentenza di secondo grado assolve gli otto imputati

Agli imputati venivano contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, omicidio volontario, estorsione, usura, detenzione e porto di armi da guerra con relative munizioni e sostanze esplodenti

La Corte di Assise di Appello di Bari ha ribaltato la sentenza di primo grado con cui nel maggio 2016 otto imputati in uno dei processi stralcio sul presunto intreccio tra mafia e politica ad Altamura (Bari) furono condannati a pene comprese fra i 25 anni e i 12 mesi di reclusione. Agli imputati venivano contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, omicidio volontario, estorsione, usura, detenzione e porto di armi da guerra con relative munizioni e sostanze esplodenti, simulazione di reato, favoreggiamento personale e frode processuale.

I giudici hanno assolto da ogni accusa sei imputati, confermando una condanna a 1 anno per favoreggiamento e riducendo da 15 anni a 3 anni e 6 mesi di reclusione (per un episodio di usura) la condanna inflitta nei confronti di Mario D’Ambrosio, fratello del defunto boss di Altamura, Bartolo. Assolto e immediatamente scarcerato dopo quattro anni in cella Giuseppe Bruno, accusato dell’omicidio di Biagio Genco, scomparso nel novembre 2006 e il cui corpo non è mai stato ritrovato (Bruno era stato condannato in primo grado a 25 anni di carcere).


Assolti anche il pregiudicato Giuseppe Antonio Colonna (condannato in primo grado a 14 anni di reclusione), l’imprenditore Mario Clemente (6 anni in primo grado), i presunti sodali Vincenzo Scalera e Vincenzo Crapuzzi (7 anni di reclusione in primo grado).

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