2 Novembre 2024 - Ore
Cultura e Spettacolo

In viaggio con Rita Atria e Stefania Noce, lo spettacolo che racconta la lotta contro la mafia e la violenza

“In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce”, il cui format è firmato dall’Associazione Culturale immaginARTE, è uno spettacolo che […]

“In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce”, il cui format è firmato dall’Associazione Culturale immaginARTE, è uno spettacolo che unisce più linguaggi artistici in un unico respiro con il quale si vogliono ricordare queste due giovani donne, facendo “Memoria Attiva” delle loro Idee e delle loro lotte, attraverso le poesie ed i pensieri di Stefania Noce, volata per mano assassina su una Stella, le vicissitudini di Rita Atria ed il significato simbolico delle loro rose rosse, la Musica che ascoltavano…. “In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce” narra di queste due giovani donne, attraverso un Viaggio tra le Idee, i Sogni, le Speranze, che raccontano, innanzitutto, le loro Vite. In questo modo, ricordare la loro “partenza” diviene pietra miliare che segna Impegno, specchio della propria coerenza. Da una parte, la storia di Stefania Noce, una brillante ragazza di 24 anni, pervasa da grandi ideali, forza di volontà e da una grande passione per lo studio e la politica, uccisa brutalmente, assieme al nonno, nella sua casa di Licodia Eubea dal suo ex ragazzo, il 27 dicembre 2011. Quella intrapresa da Stefania Noce è una strada di battaglie politiche, battaglie dedicate a tutte le donne morte in Italia e nel mondo, per mano di uomini violenti: un tragico ed inammissibile fenomeno su cui occorre intervenire drasticamente, dal punto di vista dell’educazione affettiva, ma anche dal punto di vista normativo. Dall’altro lato, la storia di Rita Atria, testimone di giustizia di 17 anni, suicidatasi il 26 luglio 1992, ad una settimana di distanza dalla strage di via D’Amelio. La ragazza di Partanna, dopo aver perso il padre e il fratello in una lotta tra clan mafiosi, decide di raccontare dei traffici della famiglia proprio al giudice Paolo Borsellino. In seguito alla sua tragica morte, Rita si suicidò ritenendo di essere più scomoda da morta che da viva. La scomparsa del giudice Borsellino, l’unico a chiamarla affettuosamente “picciridda”, aveva significato per Rita, lo sgretolamento di qualsiasi possibilità di continuare nel suo faticoso percorso di denuncia, di “tradimento” verso quella gente di Partanna e quella politica, che l’aveva definita prima “pazza” poi “infame”- Un “viaggio” che unisce più forme di linguaggio artistico, come di consuetudine nelle regie di Stefania Mulè, che attraverso le parole, la musica dal vivo, le immagini video, racconta i momenti più significativi, che hanno condotto le due giovani donne, Rita e Stefania, in un cammino verso la giustizia, quella giustizia troppo spesso, ancora oggi, mortificata e annullata da una società sempre più becera, che, forse, dovrebbe provare a fermarsi ad ascoltare, a pensare, a sognare, presa idealmente per mano dall’amica più cara e più pura : l’Arte. La regia dello spettacolo parte, dunque, dalle vicende di Rita Atria, che verranno esposte in fusione con le dirette parole di Stefania Noce, come un unico respiro, attraverso le sue bellissime poesie. Lo spettacolo mira alla valorizzazione del teatro sociale indirizzato anche alle scuole e, dunque, alla formazione culturale degli studenti, che, attraverso l’arte, avranno modo di ricordare, anzi, per utilizzare una frase precedentemente già enunciata, che è dell’Associazione Antimafie Rita Atria, con la quale ci ritroviamo in totale sintonia, gli studenti avranno modo “di fare Memoria Attiva” e attraverso il mezzo artistico, vivere i pensieri delle protagoniste, le loro paure, le loro gioie, le loro poesie, la musica che amavano. 

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