Sarebbe stato costretto a pagare per anni il pizzo alle famiglie di tre detenuti vicini al clan mafioso dei Di Cosola. La denuncia è quella di un commerciante di Adelfia. Per il reato di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso sei persone sono state arrestate dai Carabinieri di Triggiano. Tra loro due donne, moglie e madre di due dei detenuti coinvolti, alle quali sono stati concessi i domiciliari. Queste avevano il compito di ritirare i soldi e portarli in carcere ai familiari detenuti oppure di farglieli pervenire attraverso vaglia postali.
Le indagini, coordinate dall’Antimafia, e che sono cominciate nell’aprile scorso dopo un attentato dinamitardo ai danni di un negozio di Adelfia, hanno fatto emergere che la vittima pagava 500 euro al mese di pizzo già da cinque anni a favore dei familiari del primo detenuto. Improvvisamente, all’inizio del 2013, per divergenze interne al clan, sarebbe arrivato anche l’ordine di pagare ai familiari di altri due detenuti. Ma la novità – secondo la ricostruzione dei Carabinieri – non sarebbe stata gradita dalla famiglia del primo e per questo sgarro, dinanzi all’esercizio commerciale dell’imprenditore di Adelfia, fu piazzata una bomba. Terrorizzato quest’ultimo, decise allora di pagare il pizzo a tutti e tre con una somma che arrivava ad 800 euro mensili fino a quando poi, sull’orlo del fallimento, ha deciso di collaborare con gli investigatori.
I fatti contestati risalgono agli anni 2009-2014.
© Riproduzione riservata