Un’estate all’insegna di prezzi alle stelle ed aumenti che starebbero mettendo a rischio il futuro del turismo e della ricettività in Puglia? Il dibattito è aperto, apertissimo, ma la parola d’ordine deve essere quella di non fare di tutta l’erba un fascio. I turisti vanno via perché la spesa arriva sino a 500 euro pro capite al giorno? Non è detto, o almeno dipende da quali servizi si voglia usufruire. Le zone maggiormente coinvolte sarebbero quelle del Gargano e del Salento, ma è chiaro che anche il barese rischia di essere tirato dentro. Tra l’altro, l’assessore regionale al turismo, Gianfranco Lopane, ha smentito i dati in ribasso per quanto concerne le presenze in Puglia. Anzi, l’assessore ha rilanciato snocciolando un dato che va in controtendenza rispetto ai titoloni di questi giorni: in attesa del resoconto ufficiale, nel mese di luglio la nostra regione avrebbe registrato un trend del 10% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Insomma, la Puglia tira ancora. Il coordinatore provinciale Fiepet – Confesercenti Terra di Bari, Antonello Magistà, parte da un presupposto molto importante: «La qualità del nostro turismo si è elevata. Con una fetta di questo turismo, circa la metà, che arriva da paesi stranieri», spiega Magistà. Il coordinatore provinciale di Fiepet non ci sta a sentir parlare di un attacco a 360° al sistema: «Intanto, vorrei invitare i miei conterranei ad evitare di fare più clamore ed interessarsi davvero alla realtà. Senza giustificare i casi estremi- aggiunge Magistà- il turismo “mordi e fuggi” fa numero ma anche tanto caos, molto spesso senza rispettare le nostre città ed il nostro territorio, a differenza di un turismo più qualificato e rispettoso». Il coordinatore provinciale Fiepet entra nel dettaglio delle cifre snocciolate (e denunciate…) in questi giorni: «Voglio raccontare la mia esperienza di una giornata al mare trascorsa con la famiglia. E in Puglia… Posso dire di essere stato servito e coccolato nel migliore dei modi, spendendo meno della metà dei 500 euro denunciati dagli articoli dei giornali. Per turismo di qualità intendo anche che gli addetti che lavorano all’interno della struttura- aggiunge Antonello Magistà- parlano senza problemi almeno due lingue, oltre all’italiano». L’invito è quello di non farsi del male da soli: «Ovviamente non siamo perfetti e c’è ancora tanto lavoro da fare, non dobbiamo nemmeno prestarci al gioco di chi ha interesse a far del male alla nostra regione. Io credo che pochi territori come il nostro- aggiunge il coordinatore Fiepet- offrano la possibilità di scegliere quanto, come e dove spendere. Nessuno può precludere ad un imprenditore di attuare il proprio modello di offerta, e se proporla ha un costo per l’impresa, avrà, di conseguenza, anche un costo più alto per i fruitori, che, a loro volta, possono sempre scegliere in quale struttura andare.
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