Nichi Vendola sfoggia i suoi numeri sull’occupazione. Anche questi sono (come quelli di Renzi e del Governo) certificati dall’Istat e danno un’immagine felice del lavoro in Puglia (precario o no, non fa differenza). Una medaglia che Vendola e i suoi si mettono sul petto al traguardo dei dieci anni di amministrazione di centrosinistra.
Una conferenza stampa che ha il sapore del commiato, prima che Vendola lasci ufficialmente la tolda di comando a Michele Emiliano, il vincitore del voto di domenica scorsa.
Vendola, però, prima consegna alla stampa e all’opinione pubblica numeri che, a suo dire, sono da record. “La Puglia – ha detto il presidente della Giunta regionale – nei primi tre mesi del 2015 ha fatto registrare un incremento di occupati di 30mila posti di lavoro rispetto al trimestre dello scorso anno”. Gli occupati, certifica l’Istat, sono passati da 1.148.000 a 1.178.000.
Numeri che piazzano la Regione in testa alla classifica dei rendimenti in materia. Puglia prima davanti alla Lombardia: quei 30mila occupati in più, precisa Vendola, “non sono il frutto del Job Act di Renzi”.
Un passaggio politico importante per uno che ha sempre preso le distanze dalla riforma del lavoro del presidente del Consiglio.
“Stiamo trainando l’Italia e il Mezzogiorno, e se il Sud esce dalla crisi, tutta l’Italia uscirà dalla crisi”, sintetizza il Governatore pugliese.
Del totale dei lavoratori attivi, quasi 836mila persone rientrano tra i “dipendenti” (con contratti di diversa natura).
Circa 316mila, invece, sono gli occupati “indipendenti”. Macroservizi, alberghi, ristoranti e le costruzioni i settori che hanno fatto registrare il balzo.
La spesa dei fondi europei
Altra materia di cui Vendola mostra orgoglioso i risultati. A maggio scorso (mese in cui Bruxelles certifica la spesa delle risorse comunitarie) rispetto alla fine del 2014 la Puglia ha viaggiato sui binari dell’alta velocità. I fondi del Fse (occupazione, inclusione sociale, capitale umano,ecc)sono stati spesi per il 79%. Quelli del Fesr (Fondo sociale europeo, ovvero Ricerca, ambiente, sanità, Imprese, Trasporti,ecc) hanno toccato quota 82%.
“Agli inizi del mio mandato – ha ricordato Nichi Vendola – tornavo da Bruxelles con un senso di frustrazione per le minacce di sanzioni. Oggi la macchina della Regione è un gioiellino. Spendere bene le risorse europee significa aprire i cantieri e non si può dire che quel salvadanaio sia stato intaccato dai clan mafiosi”.
Entro l’estate – è stato detto – si chiuderà anche la spinosa questione del Piano di Sviluppo rurale sul quale la Regione, dicono dall’Unione Europea è in ritardo.
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