Compito dei Comuni dovrebbe essere una maggiore vigilanza piuttosto che l’aumento delle aliquote” dei tributi. Lo ha dichiarato il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, commentando l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato oggi a sequestri per 5 milioni di euro e all’arresto di Giuseppe e Mario Colapinto, padre e figlio, titolari della società che fino ad alcuni anni fa aveva la concessione della riscossione dei tributi (Ici, Tosap e Tarsu) per il Comune di Bitonto e per altri 18 Comuni d’Italia.
Fino ad oggi gli accertamenti fiscali condotti dalla Gdf hanno consentito di ipotizzare una distrazione di somme (tributi riscossi ma non versati nelle casse dei comuni) per circa 15 milioni.
Secondo il capo degli uffici inquirenti baresi, “le attività preventive attengono alla politica” ed è per questo che le indagini proseguono per verificare “anomalie e perplessità sulle forme di controllo esercitate dagli uffici comunali”. L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e dal sostituto Marco D’Agostino.
Le condotte illecite sarebbero state architettate mediante la creazione di società – scatole vuote – dove far confluire le somme di cui indebitamente i due indagati si sarebbero appropriati. Con parte di quel denaro, secondo la Procura di Bari, gli arrestati avrebbero acquistato immobili tra i quali l’ex convento di Bari-Santo Spirito “Istituto Pontificio delle Maestre Pie Filippini” che stavano ristrutturando per farne un albergo, la lussuosa “Villa Longo” di Bari-Palese, un laboratorio artigianale a Statte (Taranto) e un locale a Bitonto. (ANSA).
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