“Il mercato del lavoro va unificato attraverso proposte innovative e condivise, creando momenti di confronto e costruendo una carta dei diritti che mettano al centro il lavoro e il lavoratore. Il 2017 deve essere l’anno della sfida per i diritti, in primis a tutela delle fasce più deboli. C’è un profondo disagio sociale dovuto soprattutto all’assenza di lavoro. Dobbiamo pertanto impegnarci tutti per ridare dignità al lavoro e ai lavoratori. E’ una battaglia di civiltà, la sola che può dare una svolta vera al paese”. Il segretario generale della CGIL Puglia Pino Gesmundo ha presentato oggi in conferenza stampa le azioni che si vuol mettere in campo per il prossimo anno nell’ottica di una crescita sostenibile e occupazionale della nostra Regione.
Nel corso della conferenza, dedicata a Paola Clemente – la bracciante morta nei campi di Andria nel luglio 2015 e simbolo di una vergogna italiana che fortunatamente con la legge sul caporalato recentemente varata si sta iniziando ad affrontare nelle opportune sedi istituzionali – sono stati presentati anche numerosi dati su alcuni indicatori occupazionali, economici e sociali che riportano una situazione ancora di crisi della nostra regione, nonostante qualche passo in avanti si sia fatto.
Ecco alcuni dati: la disoccupazione è al 19,7% (nel 2008 era dell’11,6%), con un picco del 51,3 % per gli under 24 e del 21,8% per le donne, i neet (15-34 anni) sono 338.000, gli emigranti in possesso di laurea sono pari al 32,5%, la percentuale di individui a rischio povertà è il 27,9%. E poi, tra gennaio e ottobre 2016 le assunzioni in Puglia sono diminuite del 6,7% rispetto al 2015, le assunzioni a tempo indeterminato sono diminuite del 33,1% e le trasformazioni di rapporti a termine sono diminuite del 28,3%. Il pil procapite è fermo a 16.973 euro, l’importo medio delle pensione è di 693 euro, e poi c’è il grande capitolo dei voucher che da essere strumento per far emergere e quindi contrastare il lavoro nero, sono diventati simbolo di un lavoro precario e sottopagato. In Puglia- regione per altro che registra un numero di voucher venduti nel 2015 pari a 4.426.841 e impiegati soprattutto nel settore del turismo- sono ben 105.000 i lavoratori pagati con questo strumento producendo un reddito medio pari a 324 euro. E infine, le oltre 100 vertenze che ha visto la CGIL protagonista al fianco dei lavoratori, dall’ILVA, l’OM, la Natuzzi, la Fondazione Petruzzelli, e molte altre.
“La realtà che questi dati fanno tristemente emergere- ha commentato Gesmundo- è che non abbiamo ancora superato la crisi e che è sempre più urgente un profondo cambio di rotta per rilanciare la politiche giovanili, sociali e occupazionali a livello sia nazionale sia regionale. Dobbiamo trovare un luogo condiviso con le istituzioni e tutte le parti sociali per confrontarci, discutere su idee e visioni, rilanciare proposte. Con la Regione Puglia abbiamo avuto qualche momento di interlocuzione e confronto importante- e penso al ReD- ma non basta. I luoghi di discussione devono essere costanti e continui, devono produrre risultati e dare risposte vere ai cittadini. In questo senso mi sembra che la Giunta regionale manchi un pò di una visione strategica generale e condivisa, di un’anima. Dobbiamo avviare un percorso comune che porti a una crescita occupazionale e sostenibile per la Puglia, e a un più adeguato e coordinato utilizzo delle risorse impiegate in tutti i settori, dall’economia all’industria, alla cultura, le infrastrutture, i trasporti, la ricerca, le questioni ambientali e i rifiuti.”
Due i prossimi appuntamenti importanti della CGIL: il 10 gennaio a Lecce ci sarà un’iniziativa regionale di inaugurazione di uno spazio di co-working in una periferia abbandonata della città, l’11 a Taranto l’assemblea regionale alla presenza del Segretario nazionale Susanna Camusso.
Sempre l’11 la Consulta si dichiarerà sull’ammissibilità dei tre referendum presentati dalla CGIL e che propongono l’abolizione dei voucher, il ripristino di un principio di giustizia nel lavoro legato al licenziamento illegittimo per le aziende con meno di 15 dipendenti, l’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti, garantendo così la stessa dignità a tutti i soggetti che contribuiscono alla crescita aziendale.
Il percorso della CGIL per un 2017 di diritti e di crescita occupazionale ripartirà proprio da qui.
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