Tritone aveva un corno di conchiglia che, col suo suono, calmava le tempeste e annunciava l’arrivo del dio del mare. Forse c’è davvero, più o meno inconsciamente, nella scelta di questo nome per un’operazione così importante, solo la mira semplicistica di calmare le tempesta senza però saper indicare una rotta giusta e reale da seguire! Purtroppo, infatti, termina in questi giorni, come annunciato da Alfano, l’operazione Mare Nostrum. Dopo 140 mila profughi salvati su 150 mila sbarcati in Italia negli ultimi 12 mesi, il governo di Renzi si arrende: nonostante il semestre di presidenza italiana, il tentativo di forzare la mano all’Unione Europea e avviare finalmente un sistema di asilo europeo purtroppo fallisce. Per i pattugliamenti straordinari della Marina militare, l’Italia ha speso nove milioni al mese. Un’operazione che può renderci più che orgogliosi poiché, di fronte alla tragedia umanitaria in corso lungo le coste del Mediterraneo, ‘Mare Nostrum’ ha rappresentato l’unica azione di salvataggio messa in campo da un governo europeo; Mare Nostrum ha permesso di arrestare 700 scafisti, ha portato un aumento della legalità attorno alle coste d’Italia. Mare Nostrum ha anche arginato il rischio di ‘importare’ malattie, grazie ai suoi strumenti sanitari molto avanzati e ha operato anche in acque internazionali, spesso a ridosso delle coste libiche. Ora compare invece ‘Triton’, l’operazione internazionale dell’agenzia europea Frontex, a cui partecipano solo 15 Stati su 28,e ‘Triton’ non avrà come obiettivo primario il soccorso dei profughi, ma servirà solo come operazione di controllo delle frontiere. C’è da notare che il budget messo a disposizione sarà di un terzo inferiore alle risorse messe in campo da ‘Mare Nostrum’, e inoltre ‘Triton’ non potrà spingersi oltre le 30 miglia dalla costa…almeno fino alla prossima, probabilissima strage.
Ecco cosa succede! Succede che l’Unione Europea, che dal 2000 ha dichiarato di voler prevenire e combattere il traffico di essere umani, di fatto, continua invece a permettere che profughi e migranti attraversino il Mediterraneo mettendo la propria vita nelle mani di organizzazioni criminali transnazionali, perché è stato lasciato loro il monopolio del trasporto in mare. La cosa è tanto più grave in quanto il TFU prevede-come responsabilità diretta in materia di gestione integrata delle frontiere, processo migratorio e accoglienza, una serie di norme che, a 5 anni dall’entrata in vigore, hanno trovato solo una parziale traduzione legislativa.
L’insuccesso di questo approccio è determinato dall’incapacità di mettere a punto e attivare soluzioni semplici e improrogabili come la creazione di corridoi umanitari. L’incapacità nel costruire una maggioranza fra gli Stati Membri, che realizzi il principio di solidarietà anche finanziaria previsto dall’articolo 80 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea non può essere occultata dalla retorica del Consiglio europeo o dalla montagna di documenti, né dal continuo rinvio al ruolo di Agenzie europee come Frontex o Europol di una Unione Europea, incapace di disegnare una vera politica comune, laddove il compito delle agenzie dovrebbe consistere nell’applicare le politiche europee, e non nel fare da schermo alla loro assenza.
Insomma, l’Italia e tutta la gente del Sud Europa, non può più essere lasciata sola nel gravoso compito dei soccorsi in mare, che è un problema che ci riguarda tutti, come cittadini d’Europa! Il mondo ci chiede di imparare a guardare e a pensare. Abbiamo bisogno di comprendere, e di imparare la comprensione.
Ma intanto le stelle stanno a guardare…
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