La terza sezione civile della Corte di Appello di Bari ha revocato uno dei quesiti posti ai consulenti tecnici chiamati a quantificare gli eventuali danni subiti dai costruttori di Punta Perotti, il complesso di palazzi realizzati sul lungomare Sud di Bari e poi dichiarati abusivi e demoliti nel 2006. Con una ordinanza depositata nelle scorse settimane, la Corte ha revocato il quesito relativo ai possibili ricavi futuri che la società Sud Fondi della famiglia Matarrese, proprietaria di gran parte dei suoli, avrebbe guadagnato se i palazzi non fossero stati demoliti, quantificati dalla società in circa 150 milioni di euro sugli oltre 460 milioni chiesti di risarcimento a Regione Puglia e Comune di Bari. L’ordinanza evidenzia che il ristoro di quei presunti utili “equivarrebbe ad un indebito riconoscimento di un profitto scaturito direttamente da un’attività, materiale e negoziale, di cui è stata definitivamente accertata l’oggettiva illiceità penale”. I suoli di Punta Perotti, cioè, non erano edificabili.
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