Provengono dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’India, dall’Iran, dall’Iraq, dalla Somalia tutti, in qualche modo, hanno dovuto affrontare viaggi della speranza, chi in auto, in pullman, in nave ed oggi si sono ritrovati tutti insieme a protestare questa mattina davanti alla Prefettura di Bari. Una sola richiesta, quella di poter avere un posto dove dormire e qualcosa da mangiare. Sono circa 200 gli extracomunitari che da oltre sei mesi non hanno un posto dove stare e non riescono a trovare lavoro. I manifestanti hanno tutti il permesso di soggiorno come richiedenti asilo politico.
Questa mattina il sindaco di Bari Antonio Decaro ha ricevuto in Comune una loro delegazione. Durante l’incontro il sindaco ha ascoltato le richieste dei migranti impegnandosi a rappresentare al Ministro degli Interni Alfano la particolare situazione che sta vivendo la città e le possibili soluzioni per evitare che il fenomeno diventi una vera e propria emergenza sociale. “L’incontro con il Ministro Alfano -ha dichiarato Decaro- è stato da me richiesto, per tramite della Prefettura, già lo scorso 26 agosto, in modo specifico sul problema dei migranti nella città di Bari. Le occupazioni abusive di immobili, di proprietà pubblica o privata, privi delle condizioni minime di vivibilità, le continue manifestazioni di protesta che vedono protagoniste persone disperate che chiedono di essere accolte dignitosamente nel nostro Paese, sono solo gli aspetti più evidenti di un fenomeno drammatico che a stento riusciamo a contenere e che di giorno in giorno si va aggravando. Questo, nonostante i ripetuti sforzi che insieme alla Prefettura e alle Forze dell’ordine stiamo cercando di dispiegare. Voglio ricordare- conclude Decaro- che la città di Bari, sede di CIE, CARA e della Commissione territoriale, non può e non deve essere lasciata sola a fronteggiare una situazione drammatica che in realtà dovrebbe vedere impegnato l’intero sistema Paese. Per tale motivo – precisa il sindaco- ho richiesto ed ottenuto un incontro con il responsabile del Viminale”.
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