6 Giugno 2023 - Ore
Solidarietà

Dove sono finite le buone notizie

Una riflessione di Evelina Giordano

Dove sono finite le buone notizie di cui si sente tanto bisogno, in un momento epocale di drammi terribili a cui assistiamo quotidianamente, così prossimi e sconvolgenti, raccontati dai mass-media nel modo peggiore, alimentando ansie e paure. Questo è un mondo che oggi sembra non essere un bel posto in cui vivere, una società insana che continua imperterrita a farsi male, a sgretolarsi, consumata dall’odio, dalla ferocia, dal rumore delle armi, dagli scandali e dalle violenze. Tutto questo malessere affonda le sue radici nel nostro modo di vivere, in una società in cui ormai scarseggiano ideali e valori, e i rapporti umani e la solidarietà si sono indeboliti lasciando il posto alla competizione senza limiti e alla smania di arrivismo, di “comando” e di “potere”. La paura è indubbiamente una grande nemica ma, in una società che tende a chiudersi a causa di un presente insicuro, che avanza tra debolezze ed incertezze così profonde, il futuro va assolutamente incoraggiato nella crescita e tutelato dai forti timori che lo precedono. Occorre recuperare un atteggiamento positivo, la speranza, quella perduta serenità e volontà di vivere senza condizionamenti, sviluppando se necessario una sorta di capacità di adattamento ai nuovi fenomeni sociali, per non sentirci sconfitti e sopraffatti dall’insicurezza e dalla rassegnazione. In questo lento processo di cambiamenti e di adattamento sociale e psicologico, che richiede tempo e soprattutto aiuto, è importante il ruolo di mediazione tra il passato e il futuro che può fornire l’informazione. La sana comunicazione educativa e culturale di avvenimenti socio-politici e di scelte dettate da un determinato momento storico che le caratterizza, sono il primo contributo alla crescita e al cambiamento ma rappresentano anche una forte responsabilità. Oggi tutto si pubblica velocemente e senza tanti ripensamenti. Ogni punto di vista è legittimo e ogni valutazione è possibile. Questo può arricchire e nello stesso tempo disorientare. Risulterebbe certamente utile un pò di selezione dell’informazione, nel tentativo di frenare l’ondata di notizie negative che generano malessere, rimarcando magari quella linea di divisione che distingue l’informazione dalla cronaca nera, oggi quasi annullata. Informare è un dovere del giornalista ma è anche un dovere individuare il giusto equilibrio tra il diritto-dovere di cronaca, tenendo sempre bene a mente gli effetti che l’esercizio di questo diritto-dovere provoca. Sempre più video e immagini fanno da padrone nell’ambito di una notizia raccontata minuziosamente e reiterata tra dettagli e documentazioni morbose, a volte superflui, capaci di indignare e rattristare, accrescere situazioni di disagio e negatività sullo sviluppo psicologico e comportamentale di un bambino, adolescente e infine adulto. II giornali come la televisione hanno non poca responsabilità in quello che accade nel mondo come, al contrario della paura, rafforzare l’euforia, generare emulazioni incontrollate di atti criminali e dare impulso ad aggregazioni delinquenziali. Mai come in questo momento è opportuno riconquistare il sorriso e la fiducia del prossimo esaltando anche esempi positivi, gesti d’amore e azioni eroiche di persone equilibrate e rispettose capaci di trasmettere ideali e valori. Mostrare il buono, che nonostante tutto ancora esiste e si distingue, per alimentare speranze, arricchire gli animi con principi di solidarietà. Insegnare ad accogliere le incertezze come sfida del cambiamento, tutto con l’auspicio di ridisegnare nuovi modelli sociali capaci di coabitare tra diversi modi di vita e di pensiero.

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