Colpi bassi, attacchi trasversali, botta e risposta a suon di conferenze stampa. La campagna elettorale è entrata nel vivo a Bari con l’inizio del nuovo anno. Si è concluso da poco l’incontro con i giornalisti voluto dal sindaco Michele Emiliano per fare dichiarazioni in merito alla questione sollevata dal quotidiano “La Repubblica Bari” qualche giorno fa sui “compensi d’oro” incassati da Domenico Di Paola (attuale candidato sindaco per Impegno Civile e Forza Italia) quando era in carica nel ruolo di amministratore unico di Aeroporti di Puglia. In pratica Emiliano gli contesta un compenso aggiuntivo di 280 mila euro l’anno per l’incarico di accountable manager, ossia responsabile della sicurezza. Cifra che si sarebbe aggiunta all’indennità di 193 mila euro lordi percepita da Di Paola in qualità di amministratore unico di AdP.
“Di Paola deve restituire quei soldi percepiti per una funzione accessoria e della cui attribuzione nessuno dell’assemblea dei soci ha memoria di aver discusso e deciso. Oggi stesso chiederò la convocazione di un’assemblea urgente. Parliamo di ben 70mila euro ad aeroporto – ha detto il primo cittadino – un giochetto di prestigio che ha quadruplicato il compenso trattandosi di 4 scali pugliesi”. “Stiamo anche verificando – ha continuato – se si sia fatto pagare dalla società Aeroporti di Puglia la sorveglianza di casa sua. Sarebbe intollerabile. Una distorsione di una gestione personale. Un caso assolutamente singolare dove il controllore ha svolto l’incarico di controllato. Una persona così è inadatta a svolgere ruoli istituzionali”.
Intanto, dal Faro (questo il nome del suo quartier generale) Mimmo Di Paola fa sapere che nelle prossime ore risponderà per le rime e che non esclude una conferenza stampa. E in un tweed parla di “fango sulla sua persona solo per nascondere i fallimenti dell’amministrazione comunale”. Ieri, immediatamente dopo i primi commenti di Emiliano all’inchiesta firmata da Giuliano Foschini, l’ingegner Di Paola aveva accusato il sindaco uscente di Bari di affermare cose “non vere”. “Non è possibile – aveva detto – che abbia appreso adesso del mio incarico di accountable manager che mi fu proposto ed approvato dall’assemblea dei soci. La stessa assemblea approvò il relativo compenso, sempre all’unanimità ed ad ogni assemblea ha partecipato il Comune di Bari in quanto azionista, approvando sia la mia nomina sia i compensi sia i bilanci. E’ tutto agli atti”.
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