Torna ad allargarsi il divario tra Sud e Centro-Nord, dopo un triennio 2015-2017 di (pur debole) ripresa del Mezzogiorno. È quanto si legge nelle anticipazioni del Rapporto Svimez 2019 su “L’economia e la società del Mezzogiorno”. Come previsto nel Rapporto dello scorso anno, spiega lo Svimez, se l’Italia rallenta, il Sud subisce una brusca frenata. Si sta consolidando sempre più il “doppio divario”: dell’Italia rispetto all’Unione Europea e del Sud rispetto al Centro-Nord. È nel problema italiano, dunque, che si accentua il problema meridionale, su cui grava ora lo spettro di una nuova recessione. Nel 2018 il Sud ha fatto registrare una crescita del Pil dell’appena +0,6%, rispetto +1% del 2017.
La Svimez stima per quest’anno un Pil sotto lo zero per il Mezzogiorno. “Nella seconda metà del 2018 l’andamento congiunturale è peggiorato nettamente – spiega l’associazione -. La modesta crescita osservata nei primi sei mesi, che proseguiva il trend espansivo avviatosi ad inizio 2014, ha lasciato il posto ad un sempre più marcato rallentamento dell’attività produttiva. Nel quadro di un progressivo rallentamento dell’economia italiana, si è riaperta la frattura territoriale che arriverà nel prossimo a segnare un andamento opposto tra le aree, facendo ripiombare il Sud nella recessione da cui troppo lentamente era uscito”. “In base alle previsioni elaborate dalla Svimez – prosegue -, nel 2019, l’Italia farà registrare una sostanziale stagnazione, con incremento lievissimo del Pil del +0,1%. Il Pil del Centro-Nord dovrebbe crescere poco, di appena lo +0,3%. Nel Mezzogiorno, invece, l’andamento previsto è negativo, una dinamica recessiva: -0,3% il Pil. Nell’anno successivo, il 2020, la Svimez prevede che il Pil meridionale riprenderà a salire segnando però soltanto un +0,4% (anche l’occupazione tornerà a crescere, se pur di poco, con un +0,3%). Migliore l’andamento delle più importanti variabili economiche nel Centro-Nord, con un incremento del prodotto interno lordo pari a +0,9%, ma comunque non in grado di riportare l’Italia su un sentiero di sviluppo robusto (nel 2020, l’aumento del Pil nazionale sarà del +0,8% e dell’occupazione del +0,3%)”.
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