La Corte di Assise di Appello di Bari ha assolto “per non aver commesso il fatto”, ribaltando la sentenza di primo grado, il 70enne Rocco Lagioia, imputato per l’omicidio volontario del genero, il corniciaio 38enne di Valenzano, ex testimone di giustizia, Alessandro Leopardi, ucciso nell’ottobre 2014 e il cui corpo fu ritrovato dopo alcuni giorni carbonizzato e ridotto in frammenti. Nei confronti di Lagioia i giudici hanno disposto l’immediata revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari, alla quale era sottoposto da circa un anno dopo quasi 3 trascorsi in carcere. Lagioia, difeso dagli avvocati Giancarlo Chiariello e Marianna Casadibari, era stato ritenuto inizialmente colpevole di omicidio volontario e occultamento di cadavere e condannato nell’ottobre 2017 dalla Corte di Assise alla pena di 16 anni di reclusione. In appello la procura generale aveva chiesto il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, esclusa in primo grado, e la condanna a 24 anni di reclusione.
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