“Le scriviamo questa terza lettera, tenendo fede agli impegni da noi presi nei Suoi confronti”. Comincia così la lettera inviata dal comitato Genitori Tarantini al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Sappiamo già – prosegue la nota – che anche questa nostra subirà il destino delle precedenti: non Le verrà recapitata dal Suo entourage. Ci preme ricordarLe, prima di passare al principale argomento, che Lei è stipendiato dai cittadini italiani. Vogliamo anche ricordare che il Suo più grande privilegio dovrebbe essere quello di mettersi al servizio del popolo italiano. Il Suo reiterato silenzio, qualsiasi ne sia la causa, non depone di certo a Suo favore. Lo stesso dicasi per tutti i suoi collaboratori, naturalmente. Torniamo a chiederLe delle risposte; torniamo a chiederle al garante della Costituzione italiana; torniamo a chiederle a chi dovrebbe tutelare i diritti inviolabili dell’uomo e a chi si dovrebbe attivare affinché a tutti venga riconosciuta pari dignità sociale. Torniamo a chiederle a Lei, Presidente Mattarella”.
“Quale articolo della Costituzione – continua la lettera – prevede che un’azienda dichiarata strategica per la Nazione possa avvelenare parte del territorio italiano e i cittadini ivi residenti fino alla morte? Quale articolo prevede che, pur di mantenere questa azienda strategica, si debba creare tutt’intorno disoccupazione e povertà? Quale di questi articoli prevede che si debba tenerla in piedi pur in presenza di passività irrecuperabili? Quale alta strategia si intravede nel consegnarla a privati, anche stranieri? Quale Giustizia si può immaginare quando, a forza di decreti, il Governo censura fino a renderlo inefficace il lavoro della Magistratura?”
“A queste domande pretendiamo delle risposte – conclude la nota – ma, laddove non dovesse sentirsi pronto, gliene poniamo un’altra davvero facile, regalandoLe un’immagine in cui inserirla. Un bambino di Taranto, sei anni, ha finito da poco la sua ultima chemio. Medici e infermiere tengono lo sguardo basso perché sanno che null’altro si può fare, che al piccolo non resta molto tempo. Lei, Presidente Mattarella, in visita a Taranto, si trova a passeggiare dentro l’Ospedale Moscati e si imbatte in questo bambino, gli si avvicina e gli accarezza la testa. Il bimbo alza lo sguardo e qualcuno gli dice che quello davanti a lui è il Presidente della Repubblica italiana. A questo punto, inaspettatamente, il bimbo Le pone la domanda: ‘Presidente, che cos’è la Repubblica italiana? Cos’è la Costituzione?’. Se non vuole rispondere ai suoi datori di lavoro più grandi, risponda almeno alla semplice domanda del suo datore di lavoro di sei anni. Prima che sia troppo tardi”.
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